24 ottobre 2007

PERSONAGGI ROMANI - ERNESTO NATHAN


Riprendiamo il discorso...... e, al ritorno dalle ferie estive, torniamo a parlare di Roma e dei suoi personaggi degli ultimi due secoli.
In effetti dopo la Festa de Noantri e la celebrazione della Madonna della Neve fino a novembre non ci sono festività romane particolari (a parte quelle "minori" dell'antica Roma, di cui parlerò in approfonditi futuri post). Le uniche cose che possono essere segnalate sono gli anniversari della nascita di Giuseppe Gioachino Belli (tra i personaggi romani più conosciuti e di cui parlerò approfonditamente... tra un po') il 7 settembre, e l'anniversario della Breccia di Porta Pia, il 20 settembre 1870, grazie alla quale, con l'entrata dei Bersaglieri nelle mura della città, avvenne il passaggio di consegne tra la Roma Papalina e quella Repubblicana. L'entrata dei bersaglieri, in effetti, anche se non particolarmente festeggiata, al tempo, dal popolo romano, pose fine al dominio temporale dei papi nella futura capitale d'Italia (e non soltanto nella capitale): con questo avvenimento Roma visse l'inizio di una trasformazione culturale, politica, urbanistica e sociale che la porterà ad essere una delle città più importanti e vive del XX° secolo, tanto che nel 1912 Ernesto Nathan, il primo sindaco di Roma non facente parte di famiglie romane di antico e nobile lignaggio, coniò lo slogan "Piu scuola meno chiese" e perfino Paolo VI° definirà l'entrata dei Bersaglieri a Roma "Una benedizione di Dio".

Ernesto Nathan, nacque a Londra il 5 ottobre 1845 da madre italiana e perse il padre a quattordici anni. Visse tra Firenze, Lugano, Milano e la Sardegna, dove amministrò un cotonificio. L'influenza di Mazzini, conosciuto durante la sua permanenza a Londra, incise fortemente nella sua formazione e sul suo orientamento culturale e politico. Nathan giunse a Roma a 25 anni, proprio nel 1870, chiamato a lavorare come amministratore nel giornale “La Roma del Popolo”, ma presto si dedicò alla politica, tanto da ottenere la cittadinanza italiana nel 1888. L’anno precedente aveva aderito alla Massoneria e, nel 1895, divenne Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia.


Nell'aprile 1889, malgrado venisse anche bonariamente preso in giro per il suo italiano ancora stentato ed "improbabile", fu eletto consigliere al Comune di Roma e più tardi nominato Assessore all'Economato ed ai Beni Culturali, proprio in concomitanza della ripresa della rivalorizzazione del patrimonio artistico romano e con quella dell’espansione urbanistica, dopo oltre due secoli di stasi. L’espansione urbanistica portò la popolazione romana dai 226 mila abitanti del 1870 agli oltre 500 mila del 1900. Vennero infatti realizzati, in questo lasso di tempo, grandi edifici pubblici e nuovi quartieri residenziali (tutti i palazzi della zona tra la Stazione Termini e Piazza Vittorio Emanuele, fino verso il Laterano, sono definiti "la Roma Umbertina". In particolare proprio i palazzi di Piazza Vittorio sono uno spaccato di edilizia tipicamente "piemontese/torinese": massicci palazzoni a tre o quattro piani costruiti su dei portici e con un affaccio su una grande piazza con giardino. Roma venne rifondata anche dal punto di vista della viabilità, dovendo assurgere al ruolo di Capitale d'Italia.
Nathan venne eletto sindaco nel 1907, rimanendo in carica fino al 1913. Il suo sforzo politico-amministrativo maggiore si rivolse alla migliore forma di controllo possibile verso la gigantesca speculazione edilizia che si era aperta con il trasferimento della capitale a Roma, un elaborato piano di istruzione per l'infanzia e l'attenzione verso la formazione professionale dei cittadini. Nel 1909 venne quindi approvato un complesso piano regolatore della città, il primo dopo quello che sul finire del secolo precedente aveva permesso la costruzione dei muraglioni del Tevere, per difendere la città dalle frequenti alluvioni causate dal fiume: il piano regolatore di Nathan definì le aree da urbanizzare fuori le mura, tenendo conto del fatto che oltre la metà delle aree edificabili era in mano ad 8 singoli proprietari. Come già detto, avviò anche una politica di opere pubbliche sfruttando tutti i finanziamenti possibili per realizzare edifici e opere che diventeranno poi i simboli della Roma capitale del regno. Vengono inaugurati nel 1911 il Vittoriano, il Palazzo di Giustizia, che i romani con il solito spirito caustico chiameranno subito "il palazzaccio", la passeggiata archeologica (oltre 40.000 metri quadrati) tra l'Aventino e il Celio e lo stadio Nazionale, l'attuale stadio Flaminio, il primo impianto moderno per manifestazioni sportive.


Il motto di Nathan "Più scuola meno chiese" portò all'apertura di circa 150 asili comunali, che fornivano anche la refezione. Curiosamente, Nathan, oltre che per il motto appena accennato è famoso anche per aver coniato quello che poi diventerà un detto popolare in tutta Italia: "Non c'è trippa per gatti". Infatti, quando gli venne presentato dagli amministratori capitolini il bilancio comunale, notando la voce "frattaglie per gatti", chiese spiegazioni. Il funzionario che gli aveva portato il documento rispose che si trattava di fondi per il mantenimento di una colonia di gatti che servivano a difendere dai topi i documenti custoditi negli uffici e negli archivi capitolini. Nathan cancellò la voce dal bilancio, adducendo la spiegazione che da quel giorno i gatti dovevano provvedere autonomamente al proprio sostentamento proprio cacciando i topi e, nel caso non avessero trovato più topi, sarebbe venuto a cessare anche lo scopo della loro presenza.
Morì nel 1921.