04 ottobre 2012

ROMA CURIOSA - LA CASA DEL CINEMA

Questa è la breve storia di un edificio di uno dei più begli angoli di Roma che, se pur non facente parte di quei tanti monumenti che appartengono oramai alla “Roma Sparita” di Ettore Roesler Franz, ha rischiato più volte di farne parte, visto che le varie amministrazioni, private o comunali, si sono messe più volte d’impegno per farla sparire dal suo splendido contesto: a pochi metri dal Galoppatoio di Villa Borghese, giusto a metà strada fra Villa Medici e Porta Pinciana. Eppure stiamo parlando di un luogo che da oltre duecento anni riscuote un grande successo: la “Casa del Cinema”, già “Casina delle Rose”, già “Vaccheria – Latteria Bernardini”.

A Casina delle rose

Nel 1833 la famiglia dei Borghese ampliò la Villa Pinciana, propria residenza fin dal XVII secolo, con l’acquisto di alcune vigne e ville confinanti, tra le quali Villa Manfroni-Bernini, situata a ridosso delle Mura Aureliane e della Porta Pinciana. Quel terreno era occupato, all’epoca, da un edificio composto da una parte più antica, con un bel loggiato, e da una costruzione più bassa e recente, di carattere rustico. Il restauro fu curato dall’architetto Luigi Canina. 
Successivamente, dopo i danneggiamenti subiti nel 1849 a seguito della battaglia tra le truppe francesi, in appoggio al papa, ed i difensori della Repubblica Romana di Mazzini, il complesso, dopo un iniziale utilizzo come ristorante e luogo di riunione, fu utilizzato come magazzino e perfino trasformato in stalla, ospitandovi le mucche di una rivendita di latte e prodotti caseari data in gestione. La Casina, sanificata ed adeguata igienicamente, fu infatti utilizzata come latteria anche dopo il passaggio di Villa Borghese al Comune di Roma, avvenuto nel 1903. Gestita dalla famiglia Bernardini, ed adibita a latteria-gelateria, nella città che aveva cominciato ad espandersi fuori Porta del Popolo nei nuovi quartieri Prati, Ludovisi (sorto dopo la demolizione di parte della vecchia Villa Ludovisi) e Salario, riscosse un grande successo, soprattutto nei fine settimana e nelle giornate di bel tempo, in quanto non troppo lontana per buona parte della popolazione del centro storico e perfino di quella dei quartieri sorti nei pressi della Basilica di San Giovanni in Laterano, oltre quelli appena menzionati.

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In seguito, negli anni Venti, la vaccheria venne trasformata in locale da ballo.
Negli anni Trenta divenne un ristorante di lusso, chiamato Casina delle Rose, nome che ha conservato fino al 2000. Cambiò quindi ancora una volta denominazione e fu celebre, negli anni della Dolce Vita, come “La Lucciola”, un locale da ballo che ospitò eventi mondani e manifestazioni artistiche e culturali.

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L’inizio del declino e dell’abbandono della Casina delle Rose avvenne dal 1976, quando i concessionari del tempo intrapresero, sull’edificio architettonicamente vincolato, interventi di adeguamento non autorizzati dal Comune di Roma, che, quindi, sospese i lavori ed aprì un contenzioso legale che si è risolto soltanto alla fine degli anni Novanta.

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Nel corso di quasi venticinque anni l’edificio, in stato di abbandono pressoché totale, venne danneggiato dalla caduta di un fulmine, da continue incursioni vandaliche e vi vennero accertati assidui atti di prostituzione, perfino minorile.

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Eppure i progetti di restauro e risanamento della Casina furono molteplici, così come i finanziamenti all’uopo stanziati. Prima vi si sarebbe dovuto trasferire il Circolo Ufficiali delle Forze Armate Italiane, che occupava Palazzo Barberini: era perfino stato già previsto, al tempo, dalla legge Finanziaria, un notevole stanziamento sul bilancio del Ministero della Difesa ma, non essendoci ampia possibilità di posteggio per gli automezzi, il luogo venne scartato a scapito della Palazzina Savorgnan di Brazza', in Via XX Settembre. Successivamente si pensò di attrezzarla a luogo espositivo del Parco dei Musei, con la possibilità di tenervi mostre temporanee, oppure di farne la sede di rappresentanza del Comune di Roma, e questo ritardò l'avvio dei lavori di recupero.  
Soltanto nel 2001, con i finanziamenti per Roma Capitale, è stato finalmente avviato l’intervento di recupero dell’edificio secondo le immagini fotografiche e le descrizioni del primo Novecento.


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Attualmente l’edificio, una volta ristrutturato, è stato trasformato in Casa del Cinema
Il nuovo complesso, che si estende per circa 2.500 metri quadri, ospita una sala di proiezione con apparecchiature audio-digitali di ultima generazione; la Sala Kodak, attrezzata per proiezioni video grande schermo e sede di congressi, dibattiti, presentazioni di libri; due sale espositive, dedicate a Sergio Amidei e Cesare Zavattini; un punto vendita specializzato in DVD ed una libreria specializzata in cinema e arti dello spettacolo, oltre ad un accogliente ristorante-caffetteria chiamato “Cinecaffè - Casina delle Rose”.

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Dal 2004 vi si svolgono proiezioni di film e documentari, incontri con registi, sceneggiatori, attori ed eventi omaggio alle celebrità del cinema di ogni tempo.
Ed un film tutto per se lo meriterebbe proprio, questa storica Casina immersa nel verde di Villa Borghese, finalmente recuperata al popolo romano.

Casa del Cinema - Viale del Galoppatoio, 33/ Largo Marcello Mastroianni, 1 

28 settembre 2012

ROMA CURIOSA - IL TEVERE IN FIAMME


Niente paura: nessuna magia nera contro il Tevere.
Le sere del 21 e 22 settembre, dalle 19 alle 24, a Roma, per la prima volta in Europa, si è svolta, a chiusura delle manifestazioni inerenti l'Estate Romana 2012, la "Water Fire Rome": un allestimento di trenta falò galleggianti sulle acque del Tevere tra i ponti Sisto (quasi sicuramente il più bel ponte di Roma) e Mazzini, quello immediatamente a monte.
Il Water Fire è stato ideato dall'artista americano Barnaby Evans e, dalla prima rappresentazione, sulle sponde del Providence River di Providence (cittadina del Rhode Island, Stati Uniti), nel 1994, circa 15 milioni di persone hanno seguito i vari spettacoli di acqua e fuoco che, da quel giorno, sono stati allestiti in tutto il mondo (a Providence è oramai uno spettacolo fisso, in quanto allestito stagionalmente per ben sette mesi consecutivi, tanto da meritarsi il premio "Art Place America 2012").

Sulla sponda destra, a metà tra i due ponti, è stata allestita una pedana sulla quale si sono esibiti ballerini del teatro ambientale "Moveable Space", guidati dalla coreografa Linda Foster, da Robert Hammond su musiche di Marco Guazzone e degli Stag.
Le musiche di carattere etnico, ritmate e basate su strumenti particolari quali il balafon (uno xilofono pentatonico africano di materiale vegetale, in quanto costituito da legno e zucche cave) e l'angklung (uno strumento indonesiano costituito da tronchi di bambù), unite al fascino delle fiaccole, accese dai ballerini sulla pedana e quindi trasportate lungo il fiume su canoe di diversa grandezza per arrivare ad accendere i falò disposti lungo la sponda destra, creano un'atmosfera di sicuro fascino: difatti migliaia erano i cittadini romani ed i turisti accorsi sui due ponti e lungo i muraglioni e le sponde del Tevere per osservare lo spettacolo. 

Malgrado la pedana dei ballerini fosse ben visibile solo alla piccola parte degli spettatori sul sovrastante Lungotevere, ed al fatto che i falò fossero disposti soltanto lungo la sponda destra e non lungo entrambe (ambientazioni magari suscettibili di miglioramenti per prossime edizioni della manifestazione), devo dire che la serata è stata veramente piacevole e centinaia di persone, come me, hanno avuto la possibilità ed il piacere di poter tornare a passare qualche ora a tu per tu con il magico Tevere.
Il nostro giro di avvicinamento al Tevere inizia da Trastevere, dove si può ammirare il monumento dedicato al massimo poeta dialettale romano: Giuseppe Gioachino Belli. 
Il monumento, eretto tra il 1910 ed il 1913 grazie ad una sottoscrizione popolare (vennero raccolte oltre 30.000 lire) raffigura il poeta poggiato alla spalletta di Ponte Fabricio (o "Quatto capi", per via delle erme quadrifronti poste all'inizio del ponte che porta all'Isola Tiberina), mentre sul basamento del monumento sono rappresentati la personificazione, distesa, del Tevere e, sul retro, una scena di popolani romani raccolti davanti il celebre busto "parlante" di Pasquino. Due mascheroni, ai lati del monumento, raffigurano la "poesia" e la "satira".   


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Il  monumento  del  Belli,  il  palazzetto  degli  Anguillara, con la torre medievale  (dove, dal sesto  anniversario  della morte  del poeta  (1921),  ha  sede  la "Casa  di  Dante  Alighieri", un'associazione  che promuove incontri  culturali e letterari  legati alla  figura  ed all'opera del sommo poeta, con l'accompagnamento di uno spicchio di luna, ci preparano all'evento che inizierà tra breve sulle sponde del fiume.

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Lo scenario, anche senza l'ausilio dei falò, si presenta meravigliosamente.

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E lo spettacolo ha inizio...

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La distanza non aiuta a fare foto di livello, malgrado il 300mm. Certo che di notte e a tale distanza di meglio, senza neanche il cavalletto, non potevo fare. Ed anche con il cavalletto, per via dei lunghi tempi di esposizione, le foto sarebbero venute ugualmente un po' mosse. Ma mi accontento e so che lo farete anche voi...

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C'è qualcosa di più romantico del Tevere al tramonto?

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Qualcuno ha anche fatto uno spuntino...

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La magia del fuoco, del fiume e delle serate estive romane cattura migliaia di persone.

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13 gennaio 2012

ROMA CURIOSA: IL PARCO SCUOLA DEL TRAFFICO ALL'EUR

Uno dei ricordi più belli della mia infanzia è legato a quando… guidavo l’automobile !

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No, non temete, non sono impazzito, non mi sto vantando di fenomenali doti precoci né, tantomeno, di aver commesso atti da codice penale.
Mi riferisco a quando, durante il tempo delle scuole elementari, guidai le automobiline al Parco Scuola del Traffico di Roma, all’EUR.

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Eh si perché una delle attività esterne che la mia scuola organizzò (vi parlo dei primi anni '70) riguardò proprio un corso di educazione stradale presso il suddetto parco, con tanto di lezioni didattiche sulla segnaletica e sul comportamento da tenere in strada (sia da pedone che da guidatore di automobili o motorini), tanto nel parco del traffico quanto, poi, nella vita reale.

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Questo parco scuola romano (ma ce n'è uno anche a Bari, altrettanto bello), i cui insegnamenti sono indirizzati a bambini e ragazzi dai 3 ai 15 anni, è stato creato nel 1964 dalla S.I.C.E.S. srl (Società Italiana Centri Educazione Stradale) ed è costituito da un tracciato in scala (con tanto di minidistributore di benzina) che simula strade cittadine ed addirittura un’autostrada (quanto sognavo già a quell’età di scorrazzarci!) dove tutto è simile alla realtà quotidiana.

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Il tracciato del Parco Scuola del Traffico di Bari

Nelle sale della struttura i bambini imparano da anni le norme stradali grazie agli istruttori del parco ed il loro grado di apprendimento viene poi verificato, in pratica, sul tracciato stradale appositamente creato. In questo modo, pur nella dimensione ridotta dei bambini, si prova la sensazione di trovarsi immersi nel traffico cittadino “dei grandi” ed a comportarsi di conseguenza, rispettando fin dalla tenera età le norme di comportamento stradale.

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Come dicevo il Parco Scuola del Traffico è composto dal tracciato stradale in scala, per svolgere lezioni di guida pratica, da un'aula per la proiezione di filmati di educazione stradale e per le esercitazioni teoriche (necessarie per guidare poi nel circuito), da una officina meccanica, dove avviene la riparazione delle miniautovetture con motore a scoppio ed elettriche, e da un ufficio per la consulenza e progettazione circa l'educazione stradale.

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Molto interessante è anche l’iniziativa itinerante dei "Parchi Scuola Mobile”, un'opportunità che la S.I.C.E.S. offre per promuovere l'educazione stradale dei giovani. Nello spazio prestabilito (un campo sportivo, una piazza, un parcheggio...) viene allestita un'area attrezzata di segnaletica, semafori, strisce pedonali, rotatorie dove i ragazzi possono vivere un'esperienza di educazione stradale sulle minivetture e sui ciclomotori in relazione alla loro età. Il bello è che i Parchi Scuola Mobile possono anche essere inseriti in manifestazioni cittadine di più giorni.

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Il Parco Scuola del Traffico, come ho detto ad inizio post, attua convenzioni per scuole pubbliche e private e vi vengono svolti corsi di educazione stradale per i bambini della scuola dell'infanzia (sotto i 6 anni), della scuola primaria e secondaria di I grado (dai 6 ai 12 anni) e corsi per la guida di ciclomotori (oltre i 12 anni).

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Le automobiline funzionano a gettone, il cui costo di 1 € da diritto a 4 minuti di guida sul circuito rosso. I bimbi con meno di 6 anni possono guidare soltanto sulla “Pista Rossa”; per i bambini con più di 6 anni le prime tre lezioni sono obbligatorie sul circuito esterno a senso unico (assistiti da un istruttore) e soltanto dopo queste prime lezioni possono sostenere l’esame (colloquiale su nozioni inerenti la segnaletica stradale) per conseguire il “Patentino di Grado A” che consente la guida sul circuito a doppio senso di marcia, dove quindi si dovrà ottenere o dare la precedenza agli altri “automobilisti” mettendo in pratica quando imparato nelle lezioni teoriche (ricordo ancora la terrificante “voce dell’istruttore”, che ci seguiva dalla torre di controllo del circuito, e che ci ammoniva, attraverso gli altoparlanti, se avevamo commesso un errore: “Auto 25 devi dare la precedenza alle vetture che all’incrocio arrivano da destra”, “Auto 6: in questo incrocio tu hai il diritto di precedenza”…una sorta di “Grande Fratello automobilistico”).

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Dopo cinque lezioni di guida “urbana” si può accedere all’”autostrada”: un lungo tratto a due corsie e senza incroci… una vera e propria prateria dove poter provare l’ebbrezza della velocità pura (circa 15 km orari !!!!).

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Il bello è che dopo le lezioni obbligatorie, che avvengono generalmente con la convenzione scolastica, ci si può tesserare (sottoscrivendo un’iscrizione vitalizia di soli 5,00€) ed ottenere un “foglio rosa” ed un vero e proprio libretto di guida in cui verranno registrate tutte le nostre guide libere (ovviamente costringendo i nostri genitori a portarci al Parco del Traffico il sabato o la domenica mattina).

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Ma la cosa veramente spettacolare del Parco Scuola del Traffico sono le automobili in miniatura: dei veri e propri gioielli creati da Giancarlo Riposati Spurio. Io ricordo in particolare le mini Alfa Romeo o la mini Spider, cui si sono affiancate, nel corso dei decenni, la mini Ferrari e la mini Smart (per non parlare della mini Alfa Romeo della Polizia Stradale, la mini Jeep dei Carabinieri e quella dell’Esercito o il mini Pulmino).

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Tanto per dare l’idea della meraviglia e della tecnologia di queste auto in miniatura vi riporto i dati tecnici della mini Alfa Romeo (tratti dal sito del Parco):

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Motore: monocilindrico a 2 tempi - Cilindrata: 49 cc
Alesaggio: 40 mm - Corsa: 39 mm
Carburante: miscela di benzina + olio
Consumo: 2,8 lt/100 Km
Potenza: 2,8 Kw - Velocità : 10/15 Km/h
Rapporto di compressione: 8
Accensione: Elettronica
Alimentazione: a carburatore (Dell'Orto 14/12 HS)
Lubrificazione: con miscela
Avviamento: elettrico (batteria 12V-10Ah)
Sistema frenante: a disco
Raffreddamento: ad aria
Telaio: a struttura tubolare rinforzata
Trasmissione: meccanica con frizione ad espansione
Sicurezza: paraurti a resistenza progressiva
Trazione: posteriore
Interasse: 1 metro
Lunghezza: 2 m
Larghezza: 0,8 m
Altezza: 0,45 m
Capacità serbatoio benzina: 5 lt
Capacità bagagliaio: 62 c.c.
Peso a secco: 68 Kg
Diametro di sterzata: 7,20 m
Numero di posti: 2
Pneumatici: Tubeless ( 10/450 R)
Cerchi: in lega (diametro 28 cm)

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In più vi possono essere installati: contachilometri, spia del carburante, indicatori di direzione, luci di posizione, luci di emergenza, proiettori anabbaglianti (il tutti con comando e spia), inversore di marcia, luci di arresto, segnalatore acustico di retromarcia, retrovisori laterali: ditemi chi non vorrebbe possederne una!

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Il motto degli insegnanti del Parco Scuola del Traffico è Buoni utenti della strada non si nasce, ma lo si può diventare ed io devo dire grazie anche a loro se, fin da bambino, ho sviluppato amore per la guida.

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Finisco il post ringraziando Daria e tutto il gentilissimo personale del parco scuola, che mi ha permesso di scattare delle fotografie per il blog e di tornare indietro di 35 anni... visto che le parole che mi vengono in mente per descrivere il parco del traffico sono solo queste:
"E' un parco magico dove i bambini si sentono adulti e gli adulti tornano bambini".

S.I.C.E.S. - Società Italiana Centro Educazione Stradale
Piazza Barcellona,10 00144 Roma
Tel. 06 59.15.725 - Fax 06 59.22.399

info@parcoscuola.it

http://www.parcoscuola.it/index.html

Per informazioni 335/8186486

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